Artrite reumatoide

NOME: Artrite reumatoide

SINONIMI: Poliartrite cronica primaria, artrite deformante.

DEFINIZIONE: malattia infiammatoria cronica che colpisce le membrane sinoviali delle articolazioni, delle guaine tendinee (tenosinoviti) e delle borse. L’interessamento articolare ha carattere fisso, additivo, con distribuzione simmetrica e carattere erosivo, con evoluzione progressiva deformante e talora anchilosante. Può coinvolgere anche vasi, nervi e visceri.

EPIDEMIOLOGIA: diffusa in tutto il mondo, la sua prevalenza è compresa tra lo 0,3% e il 2% della popolazione, l'incidenza è pari a 20-40 nuovi casi per 100.000 abitanti per anno; il rapporto M:F è di 1 a 3-4.

EZIOPATOGENESI: non ancora completamente conosciuta; la malattia sembra che si sviluppi quando in un individuo geneticamente predisposto agisce un antigene scatenante non ancora individuato (agente infettivo, autoantigene). Tale incontro determinerebbe un'attivazione del sistema immunitario che porterebbe allo sviluppo di un processo infiammatorio acuto e successivamente al suo automantenimento e alla sua cronicizzazione. Nel corso della malattia vengono prodotti auto-anticorpi nei confronti delle immunoglobuline (fattori reumatoidi), probabili responsabili delle manifestazioni acute con meccanismo da immunocomplessi, e anticorpi anti-peptidi citrullinati. La proliferazione del “panno reumatoide” e l’attivazione degli osteoclasti, dovute a liberazione di citochine in conseguenza del processo infiammatorio locale, sono responsabili dei fenomeni erosivi a carico delle articolazioni e dei tendini.

MANIFESTAZIONI CLINICHE: sono tipicamente interessate le piccole articolazioni delle mani e dei piedi con caratteri di simmetricità e persistenza per molte settimane. Le articolazioni interessate sono in fase attiva arrossate, calde, tumefatte (per versamento o per ipertrofia sinoviale), dolenti alla pressione e limitate funzionalmente, con ipotrofia muscolare dei gruppi muscolari satelliti. In fase avanzata (da 1 a 5 anni dall'esordio) si verificano dislocazioni delle dita di mani e piedi con perdita dei normali rapporti fra le articolazioni colpite. Deformazioni frequenti sono quelle denominate: “colpo di vento”, “dita a collo di cigno”, “dita a buttonière”, “pollice a Z”, etc.
A carico delle ginocchia sono frequenti tumefazione cistica a livello del cavo popliteo (cisti di Baker). Non rara è la lussazione della articolazione atlo-epistrofica a livello del collo con possibile compressione del midollo spinale cervicale. Le manifestazioni extra articolari coinvolgono cute (noduli reumatoidi), vasi (vasculite), nervi (polinevrite, mononevrite multipla), cuore (pericardite, endocardite), polmoni (pleurite, interstiziopatia), reni (amiloidosi, nefropatia da farmaci).

SINTOMI PRINCIPALI: malessere, astenia, febbricola vespertina, poliartrite a carico delle piccole articolazioni delle mani e dei piedi, a distribuzione simmetrica con dolore, gonfiore, calore, rigidità articolare prolungata al risveglio.

DIAGNOSI: difficile nelle fasi precoci, più agevole in fase avanzata; si basa sul riconoscimento delle tipiche manifestazioni cliniche articolari, sui dati di laboratorio e sui reperti di alcune indagini strumentali (radiografici, ecografici, di risonanza magnetica).

ACCERTAMENTI: esami di laboratorio (test di flogosi, fattori reumatoidi, anticorpi anti-citrullina), indagini strumentali (ecografia delle parti molli, radiografia delle mani e degli avampiedi, risonanza magnetica di particolari aree).

DECORSO E PROGNOSI: decorso variabile, caratterizzato da periodi di attività alternati a fasi di remissione; la prognosi "quoad valetudinem" è severa, la malattia determina in molti pazienti una più o meno grave riduzione della funzionalità articolare.

VARIANTI: Sindrome di Caplan (con noduli polmonari nei soggetti esposti a silice). Sindrome di Felty (con splenomegalia e leucopenia). Artrite Reumatoide maligna (con vasculite sistemica). Morbo di Still dell'adulto (con puntate febbrili e rash).

TERAPIA: la terapia prevede misure di carattere generale, terapia farmacologica, terapie locali,  fisiochinesiterapia, terapia occupazionele, terapia chirurgica. La terapia farmacologica si fonda su due tipi di farmaci: anti-infiammatori (FANS, corticosteroidi a basse dosi) e terapie “di fondo”. Tra queste ultime sono largamente diffusi:  antimalarici di sintesi, sali d’oro, penicillamina, sulfasalazina, methotrexate, ciclosporina, azatioprina. Nei casi resistenti o in forme particolarmente aggressive trovano indicazione gli agenti biotecnologici (anti-TNF, etc.).